Cambiare si può (anche se non è facile)

Stiamo ormai per finire le lezioni teoriche, a Padova. Si avvicina la sessione d’esame e comincio (già in ritardo) a sfogliare il libro di Teoria e Filosofia del Nursing. L’esame sembra tosto e voci degli studenti degli anni scorsi non dicono diversamente; la materia a tratti è ostica, occorre ripescare concetti di filosofia che non vedevo dal liceo, il tempo per farlo dov’è?

Ma c’è un motivo in più perchè mi risulta difficile studiare l’argomento. Il professore ci ha parlato di un tipo di infermiere che io, nella mia esperienza, ho visto molto di rado. Un infermiere che valuta, pianifica, decide cosa, come e se fare qualcosa. Cosciente del proprio ruolo, esperto della disciplina, consapevole. Non qualcuno preda del tempo insufficiente, delle decisioni altrui, di un’organizzazione carente se non a volte addirittura criminale che lo costringe a correre come un pazzo per tutto il turno, a quasi non guardare in faccia al paziente, a scrollare le spalle disilluso e arrabbiato al sentir parlare di un’altra infermieristica possibile.

Ci stanno provando a cambiare le cose. Mi piace pensare che il nostro tirocinio sperimentale non sia stato un esperimento crudele per renderci la vita impossibile, ma un tentativo di intraprendere il cammino verso questo infermiere in Italia ancora figura mitologica, all’estero già realtà. Un infermiere che mi piacerebbe essere, che non sono sicura riuscirò a diventare. Qui.

Ecco perchè ho deciso di aprirlo questo libro, di affrontarla questa sfida, anche a costo di leggere di qualcosa di cui sentirò parlare solo all’università, di rimanere disillusa. Ho sentito tante persone parlare della fantascientificità di questa materia, della sua assurdità. Mi ha dato la misura di quanto sia avversato il cambiamento nelle corsie italiane, di quanto siano conservatori alcuni infermieri, a volte gli stessi studenti. Perchè è difficile, e doloroso, cambiare.  Ho deciso di accantonare per un momento il totem dell’infermieristica com’è ora, di metterla in dubbio, di permettermi di pensare che qualcosa di diverso sia possibile. Staremo a vedere chi sarà la chiave del cambiamento..per ora, buono studio.

 

 

Florence Nightingale : muore sola, ammalata e dimenticata. Fondatrice del nursing ha dato grande contributo alla statistica.  Fu la prima donna eletta membro della Statistical Society inglese e membro onorario dell’American Statistical Association. Ricevette la medaglia Royal Red Cross e L’Ordine del Merito.

Odessa Hale Garland: pioniera dell’addestramento e formazione delle ostetriche. Collaborò con il marito per la messa a punto di programmi educativi dell’OMS. Di lei si perdono le tracce tanto che non si conosce neanche la data di morte.

Anna Fraentzel Celli: dedica tutta la vita all’impegno scientifico e sociale, alla lotta antimalarica e al miglioramento delle condizioni di vita della campagna romana, attraverso la costruzione di scuole e l’opera di sensibilizzazione e divulgazione sanitaria e igienica. Muore praticamente sola, a Roma

Chaterine Jane Wood: figura importante per l’impegno dato allo sviluppo del nursing pediatrico.Contribuì ad istituire l’Albo professionale e sostenette l’esigenza di dare sviluppo alla formazione dell’infermiere. Trascorse gli ultimi anni cieca e sorda.

P.S L’articolo rimane volutamente anonimo.

One Comment to “Cambiare si può (anche se non è facile)”

  1. Brava la nostra Infermiera, devi ancora fare l’esame di filosofia e teoria del nursing e ho scritto volutamente Infermiera e non studente, l’esame passerà di sicuro ma quello che hai scritto e per quanto mi riguarda sei già una mia collega.
    Un Infermiere che da 30 anni cerca di onorare la propria arte e che spera di trovare tante altre Infermiere come te che riflettono nel profondo della nostra professione e che così facendo sono il primo motore del cambiamento. Buona fortuna

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